MAKING LIFE A CONTINUOUS ARWORK

Testo pubblicato su Pyramid magazine, New York, fall/winter 2006.

ENGLISH VERSION BELOW




Rendere la propria vita un’opera d’arte continua, unire arte e realtà al punto di confonderle, coinvolgendo il pubblico non nella fruizione di opere, di oggetti, ma nella esperienza diretta di eventi la cui temporalità coincida con lo scorrere dell’esistenza, cortocircuitandolo: su tali presupposti si basa il lavoro di Michele Mariano, un artista libero da quella che egli stesso definisce “condanna dell’oggetto come attestato di esistenza”, perchè il suo lavoro non è finalizzato alla produzione di singole opere d’arte, ma è progettualità, interattività. Ispirandosi a Marcel Duchamp, che rese tutta la sua vita un’opera d’arte e dopo il 1923 non produssse più opere, dedicandosi al gioco degli scacchi, Mariano lavora sul “tempo non occupato artisticamente” (cioè nella produzione di oggetti d’arte). Ironico e provocatorio, ha creato performances e installazioni dall’apparenza ludica e scanzonata, capaci di far slittare i confini fra realtà e finzione, riflessione profonda e beffa, arte e vita, fino a renderli indistinguibili. Spesso dissacratorio nei confronti del sistema dell’arte ufficiale, ha coinvolto in prima persona critici d’arte ed altri artisti, privandoli del proprio ruolo specifico, dal quale nello stesso tempo prescindevano. E’ il caso della performance B-B, realizzata a Berlino (galleria Am Scheunenviertel) nel 1994, in cui artisti, galleristi e critici di Bologna e di Berlino si sfidavano ad una partita di biliardo. L’artista ha così destabilizzato le aspettative del pubblico, disorientandolo, mentre critici e artisti confondevano i propri ruoli e l’arte diventava non-arte, il non-artistico diventava artistico.
L’arte diventa quindi un momento in cui esperire un mondo dalle coordinate scombinate, visto con una prospettiva distorta, che può dare origine a punti di vista rinnovati, inaspettati e forse più interessanti.
E’ il caso di installazioni come Madonna con Bambino, del 1995 (Neon Gallery, Bologna e “Presente Gegenwart Kunstle“, Monaco), un gigantesco orso di peluche con in grembo un orsacchiotto addormentato, entrambi caratterizzati da una pelliccia di un animale ben diverso, un leopardo: produce uno slittamento di piani di significato, per cui niente coincide con ciò che lo sguardo suggerisce.
Michele Mariano ha utilizzato il peluche anche in altre installazioni, come in Trigger (1997), il progetto per il proprio monumento equestre, da completarsi dopo la sua morte: è un gigantesco cavallo di peluche, proprio come quello di Pippi Calzelunghe (ironica, monella e anticonformista come lui), che attualmente sostiene un manichino di cera con le sembianze dell’artista, ma diventerà un vero e proprio “monumento equestre contemporaneo” quando al manichino si sostituirà il suo corpo imbalsamato. Così la coincidenza tra l’arte e la vita si completerà e il corpo dell’artista coinciderà anche fisicamente con il corpo dell’arte.
Uno dei suoi progetti più recenti e forse il più eclatante è Collage Project, un’opera d’arte postuma: l’intenzione è quella di costruire uno scheletro umano con le ossa di personaggi appartenenti alla cultura contemporanea internazionale, che hanno avuto un’influenza sulla formazione e la personalità di Mariano. L’ opera costituisce una sorta di “esoscheletro”, termine utilizzato da Mariano nel suo libro Cyberbody (1991,edizioni dell’Ortica), ma preso in prestito dalla biologia per definire lo spazio, immediatamente soprastante la pelle umana, nel quale risiede il “come” una persona inter-agisce con il mondo. E’ un tributo ufficiale che l’artista rende ai “donatori”, i quali potranno aderire al progetto mediante la stipulazione di un contratto, per cui potranno scegliere l’osso da donare, che verrà prelevato tra il sesto e il decimo anno successivo al decesso. L’opera completata verrà poi collocata in un museo. I contratti da stipulare sono 62 e tra i vari candidati troviamo Nick Cave, Marina Abramovic, Cindy Sherman, Luigi Ontani, David Bowie, Matthew Barney, Renzo Piano, Maurizio Cattelan, Johnny Rotten... Si tratterà quindi di un vero e proprio reliquiario della cultura artistica internazionale, che ha suscitato un certo scalpore per la sua totale mancanza di quel pudore con con cui solitamente si affrontano i temi della morte e del corpo post-mortem, infranto nella nostra tradizione solo laddove l’osso diveniva reliquia di Santo, oggetto di venerazione e memento mori. Non un Dio invece, nè preghiere al monumento di Mariano, che sarà testimonianza tangibile della cultura eternatrice. Il progetto ha modificato il quotidiano stesso dell’artista, che per due anni ha vissuto in un camper, viaggiando per divulgare Collage Project nelle maggiori capitali europee. Perchè l’arte di Michele Mariano trae significato nella relazione che instaura con i fruitori. Il processo creativo non implica l’abilità manuale, ma l’idea, lo sguardo critico dell’artista sul mondo, che ne seleziona gli elementi, riassemblandoli e offrendoli al consumo. Gli eventi o le installazioni sono veicoli relazionali, in cui la soggettività dell’artista si disperde, perchè egli gioca alla scomposizione di identità; anche della propria, di cui il collage project porta le tracce, nella mappa delle sue preferenze artistiche.
Attualmente Michele Mariano sta lavorando a The Patche Horse, che prevede lo smontaggio di una Ferrari, i cui singoli pezzi verranno posti in cofanetti di legno rivestiti di tessuto floccato, come fossero gioielli pronti da regalare, decostruendo invece una delle principali icone popolari italiane e internazionali, dalla valenza simbolica sfaccettata.
L’artista, curatore di immagine e scenografie per KomArt, è anche impegnato nella cura di mostre inconsuete, ha realizzato scenografie e costumi del film Craj, che ha vinto il Premio Lino Miccichè alla 62° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia 2005 e ha ideato il White Cube Europe, una galleria portatile di un metro cubo che permette libertà totale nella gestione, utilizzo e fruizione di uno spazio espositivo, perchè può essere collocata ovunque. L'attività del White Cube è iniziata nel 2003 a Bologna, città in cui Mariano ha vissuto per molti anni.
Michele Mariano è quindi un artista poliedrico e fortemente ironico, destabilizzatore di significati e di certezze, che oscilla sospeso tra profondità e leggerezza come un funambolo, porgendo al pubblico tubi caleidoscopici con cui osservare la realtà, frammentata e ricomposta disordinatamente, perchè non esiste una sola verità, nè un solo sguardo, un solo oggetto che possa racchiudere una visione del mondo.
Per maggiori informazioni, consultate il sito internet www.michelemariano.eu.
Emanuela De Notariis

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Making life a continuous artwork, mixing it with art untill their borders get confused, involving the public not in looking at objects of art, but in a direct experience of events, whose temporality coincides with the elapsing of existence, short-circuiting it: these are the assumptions on which Michele Mariano’s work is built. He is an artist free from what he defines “condemnation of the object as testimonty of existence”, because his work is not finalized to the creation of single artworks. Rather, it is based on projectuality and interaction. Marcel Duchamp made an artwork of his whole life, and since 1923 hasn’t produced anymore artworks, he became a chess player. Mariano found inspiration on him, and works on “the time not artistically spent” (passed creating artworks). Ironic and provoking, he created performances and installations easy-going and ludic to all appearance, but able to blur borders between fiction and reality, deep reflection and joke, art and life, untill they become indistinguishable.
He often challenges the official art system, by involving art critics and other artists, depriving them of their specific role. It’s the case of his performance B-B, Berlin 1995 (Am Scheunenviertel gallery), in which artists and critics from Bologna and Berlin challenged each other to a billiard match. Michele Mariano has so destabilized the public’s expectations, disorientating it, while critics and and artists were confusing their roles and art became not-art, the not-artistic became art.
Art can so become a moment in which experiencing the world with exchanged coordinates, seen with a distorted perspective. It can originate unexpected and perhaps more interesting renewed points of wiev.
It’s the case of installations such as Madonna with child, 1995 (Neon Gallery, Bologna and “Presente Gegenwart Kunstle“, Munich): a giant soft teddy bear close to a smaller one, both characterized by a different animal’s fur: leopard’s fur. It produces a sliding of the levels of meaning, so that nothing coincides with what the eyes suggest.
Michele Mariano also used toys in other installations, such as in Trigger (1997), the project of his own equestrian monument, to be completed after his death: it’s a giant toy horse, just like the one belonging to Pippi Longstocking (she is ironic, romp and nonconformist just like him). That horse is actually rode by a wax dummy with the artist’s appearance. It will become a real “contemporary equestrian monument” when the dummy will be replaced by his real embalmed body. So the coincidence between art and life will be completed, and the body of the artist will coincide with the body of art, even phisically.
One of his recent projects, perhaps the most amazing, is the Collage Project, a posthumous artwork. The purpose is to build a human skeleton with the bones of important personages belonging to the international contemporary culture, who influenced Mariano’s forming and personality. The artwork can be considered as an “exoskeleton”, term used by the artist in his book Cyberbody (1995 dell’Ortica editions), that in biology defines the space right just over human skin, in which is placed the “how” a person interacts with the world. It’s an official tribute that the artist renders to the “donors”, who can join the project by stipulating a contract, choosing the bone to give, that will be taken between the sixth and the tenth year after their death. The completed artwork will be placed in a museum. There are 62 contracts to draw up, and among the candidates we can find Nick Cave, Marina Abramovic, Cindy Sherman, Luigi Ontani, David Bowie, Matthew Barney, Renzo Piano, Maurizio Cattelan, Johnny Rotten... It will be a real reliquary of contemporary artistic culture, which provoked a certain shock, because of the lack of that decency with which the themes of death and post-mortem body are usually faced, decency broken in our society only if the bone became a Saint’s relic, obect of veneration, and memento mori. There is no God instead, neither prayers for Mariano’s monument, wich will be tangible evidence of immortalizer culture. That project has changed the artist’s own daily life, because he’s been living in a camper for two years, travelling to spread the Collage Project in the most important european cities, because Michele Mariano’s art has its meaning in the relationship it establishes with the public.
The creative process does not require manual ability, but the idea, it comes from the artist’s critical look over the world, selecting elements and reassembling them to offer them to the public. The events and the installations are relational elements, in which the artist’s subjectivity desperses, because he plays a game of decomposition of identities; even of his own identity, of which the Collage Project brings tracks, inside that map of his artistic preferences.
At the moment, Michele Mariano is working at The Patch Horse, which consists in the disassembly of a Ferrari car, whose single pieces will be placed in elegant wood boxes, as they were jewels ready to be presented.It is a decontruction of one of the main popolar italian and international icons, that has a faceted symbolic meaning.
The artist, image and scenography curator for “KomArt”, is also curator of unusual exhibitions; he realized scenographies and costumes for the movie Craj, winner of the “Lino Miccichè” prize at 62nd Venice Film Festival 2005 and he created the White Cube Europe, a portable one cubic meter sized gallery, that guarantees total freedom in the managment, use and fruition of a space for exhibitions, because it can be placed everywhere. The gallery begun in 2003 in Bologna, where Mariano has been living for many years.
Michele Mariano is a polyhedric and very ironic artist, destabilizer of meanings and certitudes, swinging between depht and thoughtlessness, as a funambulist. He hands kaleidoscopes to the public, so that they can look at fragmented and confusedly recomposed reality. Because there isn’t one only truth, nor one only look or one object that can contain a outlook of the world.
For informations about Michele Mariano’s work, check out the website www.michelemariano.eu.
Emanuela de Notariis

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