ART BOX II - C.M. SCHIRINZI

container 2:
CARLO MICHELE SCHIRINZI
“Arca di Concentramento”
2008, video DVD loop, colore, 08’50”.



La storia, naufraga, lascia all’acqua memoria di sé.
Nel video di Carlo Michele Schirinzi due corpi dalle tonalità livide, cineree, si lasciano andare al desiderio, ad un contatto che li rivela vivi solo come ricordo, impresso sulla pellicola. I frammenti del vecchio film, rielaborati dall’artista, sono la pelle stessa dei due corpi, distorti perchè pelle erosa dal tempo, che lava via come pioggia incessante ogni distanza temporale. E tutto entra a far parte dello stesso dramma.
L’acqua culla le immagini, dà voce al dramma, ne è il sonoro. E’ mare notturno, teatro di transumanze adriatiche di scafi in fuga. E’ pioggia che rimanda a diluvi distruttori e che cade in un paese silente irradiato di luce viva, rossa, vibrante, in contrasto con il grigiore dei corpi, come un alternarsi di realtà e ricordo. Così il lampione, rosso, scrutante, è presenza viva che frammenta la memoria. L’ acqua è anche doccia, che dissolve il corpo di donna, splendida nel desiderio, e lo irradia di luce distruttiva, come nelle docce terribili latrici di morte nazista.
Il mare unisce passato e presente, migrazioni di ogni tempo e attuali traversate adriatiche, dirette verso Selene, la luna, dove il corpo è leggero ma il perché “ è un mistero non si sa” ed “è bello stare qua”. Così canta Modugno alla fine del video, nella canzone “Selene”, che alleggerisce il dramma della doccia ed evoca una felicità altrove e la voglia di amore, come quella dei due corpi, e di fuga, come di chi abbandona i propri luoghi e si avventura nel mare.
Il container diventa allora “arca dedicata ai turisti forzati dei naufragi storici” (C. M. Schirinzi), che accoglie memorie di corpi migranti di tutte le epoche, carichi dei drammi di vite in fuga, di desideri e morte.
Ma Selene, luogo di leggerezza, l’altrove desiderato in ogni epoca, può essere raggiunta perchè accolga il dramma di chi la cerca e si avventura in mare. L’arca diventa ventre materno, rifugio e teatro di desideri e paure.
Emanuela De Notariis




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